Se il Bambino non vuole andare all’Asilo
I CAPRICCI PER NON ANDARE ALL’ASILO
Ore 7:00 del mattino, suona la sveglia. In apparenza tutto procede come il solito: ci si veste, si fa colazione assieme, si lavano il viso e i denti e poi via di corsa per fare tappa all’asilo, prima di dirigersi a lavoro.
All’improvviso, davanti al cancello, le parole che nessuna mamma vorrebbe sentire: “Non sto bene, mi fa male la pancia, voglio tornare a casa”. Ecco l’incubo di moltissimi genitori: il piccolo, da un giorno all’altro, si rifiuta di andare all’asilo.
La mamma è disperata: deve correre al lavoro, ma non vuole lasciare il piccolo in lacrime mentre s’aggrappa ai suoi vestiti. Il bimbo talvolta non finge: infatti può somatizzare il malessere psicologico in sintomi fisici come dissenteria, vomito o mal di pancia.
COSA SI NASCONDE DIETRO I CAPRICCI DEL BAMBINO?
Anche per i profani della psicologia è facile intuire che dietro a questi capricci si nasconda l’ansia dell’abbandono. Si tratta di una sofferenza comune che accompagna i bambino, in modo più o meno latente, dai 6 mesi fino ai 5-6 anni di età. L’ansia maggiore si riscontra nell’abbandono della madre, ed è più che naturale: il piccolo ha avuto con lei un legame di completa dipendenza sin dalla nascita. La mamma non è parte della sua realtà: è tutto il suo mondo.
Crescendo, il bambino è chiamato a diventare indipendente e giunge il momento del distacco, da un lato desiderato e dall’altro lato fortemente temuto. Frequentando il nido o l’asilo, il bimbo inizia il percorso d’indipendenza ma si cerca sempre la mamma e la famiglia come fonti di affetto.
E poiché al nido capita spesso di essere messi in secondo piano dalla maestra, di essere sgridati per un comportamento errato o semplicemente di sentire la mancanza del genitore, il bambino sviluppa un senso di rifiuto verso la struttura dell’asilo, delle maestre e dei compagni. Un senso di rifiuto che sfocia in capricci e malesseri.
COME REAGIRE? I COMPORTAMENTI DA EVITARE
Il genitore deve infondere quanta più sicurezza possibile. Ma è molto più facile a dirsi che a farsi, in quanto la tentazione è quella di indugiare sulla porta, chiedere altri baci d’addio, spiare il bambino dalla finestra (col rischio d’essere visti) o, peggio ancora, porre domande come “Adesso va meglio? Non ti arrabbi se me ne vado, vero? Oggi non piangere!”. Infatti non rincuorano affatto il bambino, ma soltanto il genitore.
Eh sì, anche le mamme ed i papà vivono l’ansia dell’abbandono! Occorre evitare in tutti i modi di dimostrare la propria ansia, poiché i bambini sono capiscono al volo e reagiscono alla stessa maniera.
Il percorso di separazione dai genitori è fondamentale, ma dev’essere graduale. Generalmente il primo approccio del bambino è positivo, stimolato dalla curiosità di un luogo così pieno di giochi e coetanei. Superati i primi giorni di novità subentra, però, il dolore del distacco dalla famiglia e dalle proprie consuetudini.
I CONSIGLI PER RINCUORARE IL BAMBINO
La sera parlate sempre con il bambino di cosa ha fatto all’asilo, facendovi raccontare anche dei suoi rapporti con i compagni. Perdete anche qualche minuto per portarlo in classe dai compagni, ed intrattenetevi con l’educatrice per farla apparire come una figura amica, e non un’estranea. Approfittatene per avere un colloquio con lei.
Dategli un “amuleto”: un pupazzo, un peluche o un bracciale, qualcosa che gli ricordi la promessa fatta alla mamma, che tra poche ore tornerà a prenderlo. La cosa più importante è insistere a mandarlo regolarmente all’asilo, ed essere sempre puntuali al momento dell’orario di uscita. La routine è il miglior sistema per abituarlo alle nuove situazioni.
Evitate di tenerlo a casa assecondando i suoi capricci. Il mattino naturalmente è il momento più difficile. Per non partire con il piede sbagliatelo non chiedetegli “Allora, hai voglia di andare all’asilo oggi?”, poiché dareste solo spazio alle sue rimostranze. Preparatelo come se nulla fosse e se comincia a segnalare disturbi che non siano fisici ma legati semplicemente all’ansia, portatelo comunque all’asilo.
Per aiutarlo a socializzare dategli la possibilità di stare insieme ai coetanei. Cercate di dargli opportunità per stare con altri bambini, portatelo a giocare dai suoi amichetti e invitateli poi voi a casa vostra. Fino ai tre anni i bambini sono più egocentrici ma poi cambiano completamente.
La tendenza ad aver paura di posti o situazioni nuove poi diminuisce se aiutate il bambino ad acquisire indipendenza dai genitori già da quando è piccolo. Affidatelo ai nonni o a una baby-sitter: staccatelo insomma poco per volta da voi per brevi periodi.
Redazione di Asilinido.biz